Combattere la perdita e lo spreco di cibo. Il potere magico dei sindaci e dei cittadini è la diplomazia alimentare.

Fin dalle origini, le decisioni importanti sono sempre state prese a tavola. Anche Aristotele, in uno dei suoi libri più importanti, ha sottolineato l'importanza della commensalità per rafforzare la solidarietà e la comunanza all'interno della società, creando legami simili a quelli di una famiglia.

Sebbene all'epoca le cose non fossero perfette, continuiamo a beneficiare di molte intuizioni che risalgono a centinaia di anni fa: la base del nostro attuale sistema giuridico, che è modellato su quello del diritto romano; gli acquedotti, che sono di gran lunga il simbolo dell'efficienza assoluta e del rispetto del territorio; e i metodi sostenibili di produzione agricola, come quelli che caratterizzano la Dieta Mediterranea.

Questo è stato possibile perché il cibo è uno dei più potenti strumenti di comprensione interculturale. Favorisce lo scambio di idee e la cooperazione reciproca e fornisce una forte leva diplomatica.

Oggi abbiamo perso gran parte del significato della condivisione dei pasti, sia nella vita quotidiana che nel processo decisionale, con enormi ripercussioni.

Il nostro attuale distacco dal cibo ci ha portato a svilirne totalmente il valore.

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