RegenerAction 2022: Il valore delle filiere locali, veri custodi del territorio e della biodiversità

La sfida: Prendersi cura del territorio attraverso i suoi protagonisti

📢 Dare voce e valore alle filiere agroalimentari, capaci di rigenerare il territorio e le sue diversità, capaci di produrre alimenti sani e nutrienti, radicati nelle peculiarità e nella cura del territorio, è una delle più grandi sfide dell'attuale sistema agroalimentare, ancora in gran parte caratterizzato da modelli altamente estrattivi, intensivi, estensivi e standardizzati.

Perché è importante: sostenere le filiere locali per coltivare sia il tessuto sociale che il territorio

❗Siamo abituati a pensare al cibo come a qualcosa la cui unica utilità è il nostro nutrimento. Eppure, dietro ogni pezzo di cibo si nasconde un intero ecosistema, composto da persone e duro lavoro, conoscenza e tradizioni, colture locali e biodiversità endemica. Questi preziosi servizi ecosistemici sottostanti si basano su aspettative, adattamenti, rischi e cure. Nascono dai rapporti con la terra che collega il territorio locale attraverso le filiere agroalimentari.

Dimenticare questa complessità è ciò che ci sta portando a consumare letteralmente il nostro Pianeta, come dimostra l'inarrestabile avanzata di Earth Overshoot Day. Sta inoltre alimentando l'insicurezza alimentare, il degrado ambientale, l'estrazione di risorse, i disastri climatici e l'ingiustizia alimentare, che portano tutti all'impoverimento collettivo e, in definitiva, danneggiano la salute umana e la sopravvivenza.

Questo legame inestricabile tra la salute del nostro ecosistema e le filiere è reso ancora più evidente dagli eventi contemporanei: una pandemia che ha destabilizzato l'intero sistema agroalimentare, la guerra in Ucraina che ha spinto l'impennata dei prezzi delle materie prime a livello mondiale, e la crisi ambientale e climatica, che sta colpendo duramente il settore agroalimentare, in particolare italiano e mediterraneo.

Nel nostro Paese, dove c'è il settore agroalimentare la spina dorsale del PIL italiano, è fondamentale preservare le filiere locali insieme alle piccole e piccolissime aziende agricole, vero motore dell'economia italiana. Sono loro i protagonisti indiscussi nel nutrire e salvaguardare gli ecosistemi locali, preservare la biodiversità e le colture antiche o dimenticate, scongiurare l'erosione genetica iniziata negli ultimi sessant'anni e garantire una maggiore resilienza e identità territoriale degli alimenti prodotti. Sono sempre le piccole filiere locali a supportare il Economia italiana delle denominazioni, che vanta il record mondiale per numero di prodotti certificati [con 841 DOP, IGP e STG]. Dando valore alla terra, queste servono come leva per rilanciare l'economia nazionale della qualità e della cura anche all'estero, come dimostra il balzo dell'export italiano negli ultimi due anni despite the pandemic crisis.

Comprendere profondamente che lavorare la terra significa avere un rapporto diretto con la vita che si diffonde e prospera anche dove nascosta, a partire dal sottosuolo, porta con sé un valore inestimabile: aiutare a ristabilire i rapporti perduti tra gli esseri umani. L'agricoltura, e le forme di agricoltura rigenerativa, rappresentano oggi un modo per tenere unite le comunità e i paesi che abitano, per coltivare il tessuto sociale oltre che per la terra, e scongiurare i pericoli dell'abbandono e dello spopolamento, soprattutto nel piccolo, paesi dell'entroterra e zone montuose. I legami che uniscono la comunità, rafforzano i rapporti tra datori di lavoro e dipendenti e anche tra produttori e consumatori sono fondamentali.

Alla luce di ciò, non è complicato immaginare il perché la dieta Mediterranea svolge un ruolo così importante nel mantenere e stabilire un equilibrio che permetta alla filiera di sopravvivere ma ancor di più per consentire al contesto in cui si articola di essere sano e prolifico. Future Food è impegnata nella tutela del bacino del Mediterraneo, una regione ricca di biodiversità e prodotti la cui valorizzazione offre un percorso sostenibile.

La strategia dell'UE: rafforzare la resilienza delle piccole e medie imprese

🇪🇺 L'Unione Europea si impegna a preservare la qualità delle filiere agroalimentari attraverso diversi piani d'azione. Uno di questi è il Farm to Fork strategia. Con l'obiettivo di ridurre l'impronta ambientale complessiva del sistema alimentare e migliorare la qualità del cibo delle persone, la strategia si concentra sull'accorciamento della distanza tra consumatori e produttori, facilitando così l'accessibilità a opzioni alimentari sane e sostenibili.

Per raggiungere questo obiettivo, le sue priorità comprendono la ridefinizione dei metodi di produzione e distribuzione per renderli più sostenibili e l'incentivazione della produzione circolare, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI), e il porre al centro il rispetto dei diritti umani e ambientali nelle catene del valore globali . Su questa strada, la proposta di varare un quadro legislativo per i sistemi alimentari sostenibili entro la fine del 2023, nell'ambito della strategia Farm to Fork, potrebbe rafforzare ulteriormente il ruolo delle filiere nella transizione verde, in particolare visto l'obiettivo di unificare l'Europa e politiche nazionali per aumentare la resilienza.

Il tema delle filiere è centrale anche per lo sviluppo delle politiche commerciali e degli strumenti di cooperazione internazionale, in particolare in alla luce del conflitto russo-ucraino, promuovendo una serie di azioni a breve e medio termine per far fronte all'aumento dei prezzi dei prodotti essenziali e per proteggere gli agricoltori ei consumatori dell'UE.

Semi di cambiamento: difendere gli eroi del cibo locale

🌱 Non è possibile attuare modelli rigenerativi di produzione alimentare senza sostenere, con politiche alimentari adeguate ma anche con i giusti prezzi, il cibo prodotto da chi in prima linea sta lavorando affinché quest'ultimo sia il risultato di un perfetto equilibrio tra uomo, natura, territorio e diversità.

Per rendere possibile tutto ciò, una delle iniziative più importanti poste in essere dal Future Food Institute è stata la creazione, in collaborazione con FAO e UNIDO ITPO Italy, di un Per rendere possibile tutto ciò, una delle iniziative più importanti poste in essere dal Future Food Institute è stata la creazione, in collaborazione con FAO e UNIDO ITPO Italy, di un, concepito per accelerare la transizione ecologica dei sistemi agroalimentari globali, sviluppare soluzioni innovative e supportare attivamente le filiere più sensibili nel settore agricolo mediterraneo. Istituito nell'ambito della conferenza Reshaping Agri-food Systems to Build Back Better e lanciato al G20 nel Matera questa coalizione prende vita attraverso una profonda collaborazione tra istituzioni e settore privato, tra cui il Centro Studi Dieta Mediterranea “Angelo Vassallo”, GenerationAG (Grecia) e KMZero (Spagna) per supportare attivamente le filiere più sensibili del settore agricolo mediterraneo, istituzioni locali e piccoli agricoltori.

Anche la conservazione e la protezione delle iconiche filiere italiane è parte integrante del lavoro di sensibilizzazione e divulgazione del Future Food Institute. Dal Settimana Internazionale della Cucina Italiana nel Mondo agli anniversario della Dieta Mediterraneaa Il cibo è una conversazione” – edizione speciale RegenerAction, dare potere e rilevanza ai veri eroi della transizione ecologica significa anche dare voce ai rappresentanti delle filiere italiane e dei consorzi di tutela dei prodotti DOP e IGP.

Sono gli incontri che dall'ultimo Future Food Living Lab ha aperto a Pollica-the Paideia Campus-find their fullest appreciation. The campus is a place where tradition meets an extraordinary melting pot of diversity, within which pivotal consortiums of Campania’s regional identity, such as that of Mozzarella di Bufala Campana, Olive Oil, or Pasta di Gragnano, Cooperatives, farmers, fishermen, attentive breeders, networks of regenerative farmers, such as Rareche, the first network of regenerative farmers, and Biodistricts meet and transit.

With an area covering more than 3,196 square kilometers, 36 municipalities, and 400 organic farms oriented to multifunctionality, the Biodistretto del Cilento rappresenta un perfetto esempio di applicazione ad azione rigenerante allargata e applicata a tutto il territorio. Partendo dall'agricoltura biologica e rigenerativa, il focus è aggregare la volontà degli agricoltori, delle associazioni di categoria, ma anche delle università, dei comuni locali, e di tutti gli attori che hanno un rapporto diretto e indiretto con lo sviluppo sostenibile del territorio. Un'azione-rigenerazione che richiede consapevolezza e partecipazione attiva e che non può durare senza esserne permeata territori locali e il loro comunità..

Ecco perché, da Pollica, l'incontro con gli ambasciatori della Dieta Mediterranea e delle sue filiere è parte integrante del percorso formativo offerto a studenti e docenti, nel nostro Boot Camp, percorsi scuola-lavoro e momenti di riscoperta conviviale attraverso i prodotti e i protagonisti delle iconiche filiere mediterranee. Ma anche attraverso programmi a lungo termine come il progetto Pollica 2050 che mira a rendere il Cilento il luogo ideale per prototipare modelli innovativi per la trasformazione dei sistemi alimentari, attraverso il riutilizzo di terreni abbandonati che permettano al borgo di tornare alla sua antica bellezza e dare la possibilità di sperimentare nuovi modelli produttivi come l'agricoltura rigenerativa.

Supportare questi attori nella transizione ecologica e digitale è fondamentale per garantire sistemi alimentari resilienti, ricchi di biodiversità e rigenerativi. Per questo il tema delle filiere sarà al centro anche della Settimana Agroalimentare Europea, che si terrà a Pollica dalla prossima settimana.

Durante la serie di eventi si parlerà di filiere e distribuzione, di nuovi paradigmi produttivi per la rigenerazione economica e dell'ecosistema italiano nell'agri-tech, ma si approfondiranno anche le strategie europee, come Farm to Fork e il sostegno alle filiere locali . Condivideremo questo viaggio con ospiti d'eccezione come il Consorzio Protezione Sughereti Campania e Luciana Cipriani, fondatrice di Natura Humana ed esperta indiscussa del carrubo, pianta selvatica del bacino del Mediterraneo, utilizzata fin dall'antichità da Egizi, Greci e Romani e recentemente rivalutato anche dall'industria farmaceutica e cosmetica.

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